IL BENEFICIO D’INVENTARIO

In quali casi si decade dal beneficio di inventario?

L’erede che ha omesso in mala fede di denunziare nell’inventario beni appartenenti all’eredità, o che ha denunziato nell’inventario stesso, passività non esistenti, decade dal beneficio di inventario, come previsto dall’art. 494 del c.c.

Per giurisprudenza consolidata, in applicazione dell’articolo in questione, si è disposto che in tema di successioni mortis causa, l’omissione nell’inventario di beni appartenenti all’eredità, non solo totale, ma anche parziale, è sanzionata con la decadenza dal beneficio d’inventario, e ciò risulta non solo dall’interpretazione letterale della disposizione in esame, che fa riferimento all’omissione di beni appartenenti all’eredità e non, pertanto, all’integrale patrimonio costituito dall’asse ereditario, ma è pure conforme alle finalità della redazione dell’inventario, per le quali una qualsiasi omissione parziale nell’indicazione di beni ereditari è idonea a ledere i diritti dei creditori del defunto.

Ciò è quanto stabilito dalla sentenza n. 16195 del 23/07/2007 dalla Corte di Cassazione.

L’omissione di un conto corrente intestato al de cuius può ritenersi un elemento idoneo per richiedere la decadenza dal beneficio d’inventario.

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La mala fede è un elemento imprescindibile e deve essere dimostrata dal creditore che intende chiedere la decadenza.

L’orientamento della Suprema Corte è quello secondo cui, in tema di eredità beneficiaria, l’onere della prova dell’occultamento doloso, in sede di inventario, di un bene facente parte dell’eredità incombe su colui che invoca la decadenza dal beneficio, dovendo la buona fede dell’erede essere presunta fino a prova contraria (Cass. Sent. N. 24171 del 25 ottobre 2013).

Pertanto occorre la prova che vi sia stata una cosciente omissione del conto corrente in frode ai creditori, in tal caso, gli eredi risponderebbero finanche con il loro patrimonio personale, avvenendo la confusione dei patrimoni, tipica di un’accettazione pura e semplice.

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Se invece non si riuscisse a dimostrare la mala fede dell’omissione, non potrebbe ottenersi la decadenza e questi continuerebbero a rispondere solo in ragione della consistenza dell’asse ereditario, maggiorata con l’incremento del bene o dei beni omessi.

Dott.ssa Benedetta Cacace


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