LE RECENTI CONDANNE ALL’ITALIA PER TORTURA

La Cedu ha inflitto una nuova condanna al nostro paese per la violazione dell’art. 3 in relazione alle vicende del G8 e del carcere di Asti

Con la sentenza del 26/10/2017, il nostro paese ha subito una nuova pesante condanna per tortura. Nel caso di specie, ad essersi posti in contrasto con l’articolo 3 della Convenzione sarebbero i fatti occorsi nella caserma di Bolzaneto nel 2001 in occasione del G8 e i comportamenti tenuti da alcuni agenti di polizia penitenziaria in sanno dei soggetti detenuti in carcere ad Asti nel 2004.

Ma che cosa accadde in tali circostanze?

A fondamento della condanna, vi è innanzitutto la vicenda di due detenuti di Asti che, in seguito ad un litigio, erano stati posti in una cella priva di vetri alle finestre e di lavandino, senza abiti puliti, con cibo razionato e con dei letti privi di materassi, lenzuola e coperte.

I due erano anche stati sottoposti a violenza fisica quotidiana e la durata dei maltrattamenti si era protratta per più di due settimane.

Il Tribunale di Asti aveva proceduto nei confronti dei due agenti a seguito di alcune intercettazioni telefoniche e aveva accertato la veridicità dei fatti, riconoscendo che dietro ad essi vi era una pratica generalizzata di maltrattamenti riservata ai detenuti più problematici, realizzata in un contesto di impunità determinato anche dalla tolleranza dell’amministrazione penitenziaria.

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I giudici avevano inquadrato tali vicende come tortura, ma all’epoca, non essendoci in Italia una legge che puniva tale specifico reato, ai colpevoli furono contestati reati di più lieve entità, come quelli di maltrattamenti aggravati, lesioni personali, abuso di autorità contro detenuti.

Per questi reati intervenne tuttavia la prescrizione, e per nessun agente di polizia fu applicata la sospensione cautelare dal servizio in corso di causa, ma per uno soltanto di essi fu disposto il licenziamento, per altri due la sola sospensione e per un quarto il licenziamento seguito poi da reintegra.

I giudici della Cedu hanno riconosciuto ai ricorrenti un risarcimento di 80.000 euro ciascuno oltre alle spese.

La vicenda della caserma di Bolzaneto, si colloca invece all’interno della manifestazione del G8 del 2001.

Coloro che erano stati arrestati erano stati anche sottoposti a violenze fisiche e psicologiche.

Ad essi fu negata la facoltà di avvisare parenti e difensori e gli stessi furono privati del cibo e dell’acqua, l’accesso ai sevizi igienici fu reso difficoltoso e i loro oggetti personali furono distrutti.

Questa è un’ulteriore vicenda in contrasto con l’art. 3 CEDU dalla quale è discesa la condanna ad un risarcimento di 80.000 euro per ogni vittima.

Dott.ssa Benedetta Cacace


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