LA MAMMA NON È IN GRADO DI OCCUPARSI DEI FIGLI: AL PADRE POSSONO ESSERE CONCESSI I DOMICILIARI?

Al padre in carcere possono essere concessi i domiciliari se la madre non è in grado di prendersi cura dei figli?

Corte di Cassazione, prima sezione penale, sentenza n. 21966 del 2018

Nel caso in cui la madre non sia in grado di prendersi cura dei figli minori ed il padre sia in carcere, questo ha la possibilità di vedersi concedere il beneficio della detenzione domiciliare?

Il Tribunale di sorveglianza aveva rigettato l’istanza di detenzione domiciliare ex art. 47-ter, comma 1-ter. lett.b) ord. penit. propostada un padre detenuto in carcere, in quanto la moglie sarebbe stata invece in grado di gestire la prole avuto riguardo alle adeguate competenze sociali da questa palesate nello svolgimento dell’attività lavorativa.

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Secondo il Tribunale in ogni caso l’assenza di revisione critica manifestata dal condannato durante l’osservazione in carcere avrebbe rappresentato un indicatore negativo di prognosi criminale, sì da rendere probabile, in caso di applicazione della misura richiesta, la reiterazione di condotte di rilevanza penale.

La Corte di Cassazione, intervenuta sul punto ha ritenuto fondato il ricorso proposto dal detenuto, sottolineando che l’art. 47-ter, comma 1, lett.b) ord. penit. prevede la possibilità che venga concessa la detenzione domiciliare nel caso in cui la pena detentiva residua non superi i 4 anni, nei confronti del condannato

“padre esercente la responsabilità genitoriale, di prole di età inferiore ad anni dieci con lui convivente, quando la madre sia deceduta o altrimenti assolutamente impossibilità a dare assistenza alla prole”.

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I requisiti necessari al fine di poter accedere alla misura alternativa, dunque sono: il limite di pena, l’esercizio da parte del detenuto della responsabilità genitoriale e la situazione di impossibilità della madre, che secondo costante orientamento giurisprudenziale deve essere interpretata in maniera rigorosa.

Secondo costane orientamento giurisprudenziale, l’attività lavorativa svolta da una donna con prole infradecenne non determina quella condizione di assoluta impossibilità di prendersi cura della prole stessa, tale da giustificare la concessione al padre della detenzione domiciliare.

Dott.ssa Benedetta Cacace


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