NOTAIO ED IL SUO DOVERE DI INFORMAZIONE OVVERO DI CONSIGLIO NEI CONFRONTI DEI CLIENTI

La diligenza alla quale è tenuto il notaio nello svolgere la sua attività professionale gli impone un dovere di consiglio e cioè di non essere solo un mero destinatario delle dichiarazioni dei suoi clienti

Corte di Cassazione, terza sezione civile, sentenza n. 20906 del 2018

Nel caso specifico, due figli e la moglie di un uomo avevano convenuto in giudizio il notaio al fine di domandarne la condanna al risarcimento dei danni per l’inadempimento dello stesso all’incarico conferitogli di procedere alla redazione dell’accettazione con beneficio di inventario dell’eredità.

La Corte d’Appello, investita della questione, avevano stabilito che il notaio non investito di uno specifico incarico non deve risarcire i danni subiti dai suoi clienti per i pregiudizi da questi patiti a causa dell’inadempimento del professionista.

In seguito all’inadempimento dell’incarico del notaio questi erano decaduti dal beneficio di inventario, non avendolo redatto nei termini di legge, e di conseguenza vi era stata accettazione pura e semplice dell’eredità del de cuius.

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La Corte di Cassazione pur contraria alla decisione della Corte d’Appello dichiara il ricorso inammissibile per violazione dell’art. 366, primo comma del codice di procedura civile ma in ogni caso precisa che se la Corte d’Appello nel dirimere la controversia avesse correttamente valutato le risultanze istruttorie alle luce della normativa che regola l’attività del notaio, avrebbe dovuto rilevare l’inadempimento dello stesso per non aver seguito personalmente la pratica.

Inoltre la Corte non avrebbe accertato se il notaio avesse adottato la diligenza dovuta, che gli impone un dovere di consiglio e di non essere un mero destinatario delle dichiarazioni dei suoi clienti.

Come ultima considerazione gli Ermellini ritengono che la sentenza impugnata avrebbe violato anche le norme in materia di onere della prova.

Infatti:

“vertendosi in un’ipotesi di responsabilità contrattuale, il notaio avrebbe dovuto fornire la prova di aver adempiuto correttamente alle proprie obbligazioni, in particolare al dovere di informazione, e cioè avrebbe dovuto dimostrare di aver consigliato ai clienti l’atto migliore da utilizzare in relazione alle loro esigenze, spiegano nel dettaglio cosa si dovesse fare per raggiungere lo scopo proprio dell’atto”.

Dott.ssa Benedetta Cacace


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