IN QUALI CASI LA CRITICA DIVENTA DIFFAMAZIONE

La libertà di espressione, se esercitata usando un linguaggio garbato, senza insinuazioni ti protegge da azioni penali per diffamazione

Il confine tra critica e diffamazione è labile, serve a distinguere una semplice chiacchiera negativa da un reato penale. Siamo nel campo della diffamazione nei casi in cui usiamo espressioni offensive e denigratorie, che al fine di comunicare una notizia, si trasformano in attacchi personali.

L’articolo 595 del codice penale dispone che:

“Chiunque, fuori dai casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1.032 euro.

Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a 2.065 euro.

Se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a 516 euro.

Se l’offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate”.

V. anche

L’articolo 21 della Costituzione stabilisce che:

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre 24 ore, fare denuncia all’autorità giudiziaria. Se questa non la convalida nelle 24 ore successive, il sequestro si intende revocato e privo di ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni”.

Il diritto di critica è tutelato nel nostro ordinamento, in quanto rientra nel più ampio diritto di manifestazione del pensiero. Tutti abbiano il diritto ad esprimere liberamente le nostre opinioni.

Le opinioni personali sono lecite se espresse con un linguaggio garbato, anche se deciso, ma non denigratorio o insinuante e soprattutto senza la volontà e la consapevolezza di offendere.

Pertanto, la critica diventa diffamazione quando, comunicando con più persone, in assenza della persona offesa o quando questa non è in grado di percepirla, viene offesa l’altrui reputazione, come previsto dall’art. 595 del c.p.

Per reputazione si intende l’onore ed il decoro ma non i sentimenti individuali. Ciò al fine di evitare che possa rispondere di un reato chi non ha leso in maniera oggettiva la dignità di un terzo ma, ne abbia solamente toccato la sensibilità.

Dott.ssa Benedetta Cacace


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