Quando si apre la successione?

In base all’articolo 456 c.c. “la successione si apre nel momento della morte, nel luogo dell’ultimo domicilio del defunto”.

Con la dichiarazione di morte presunta si ha una sorta di apertura di successione, ma solamente presunta, sia rispetto al fatto della morte, sia rispetto al tempo, perché nel caso in cui venga provata una diversa data della morte reale, a quel momento si faranno risalire gli effetti della successione.

Si tenga presente che, ai sensi degli artt. 456 e 484 c.c., il luogo in cui va fatta la dichiarazione di accettazione dell’eredità con beneficio di inventario si determina in base all’ultimo domicilio del defunto.

La delazione ereditaria è l’offerta, intesa come il complesso dei rapporti giuridici facenti capo al defunto, a coloro che hanno il diritto di riceverla. La vocazione, invece, è il titolo in base al quale il soggetto è chiamato, e può essere testamentaria o legale.

Il nostro ordinamento ha previsto un sistema successorio completo, non manca mai un successore, perché se non vi sono parenti entro il sesto grado, la successione si deferisce allo Stato.

Nell’odierno diritto non vi è incompatibilità tra le due forme di vocazione, così il testamento può anche contenere soltanto disposizioni parziali circa i beni del defunto. I restanti rapporti giuridici del de cuius saranno attribuiti ai successori chiamati dalla legge.

Per tale motivo, le norme inerenti alla vocazione legittima si applicano quando:

> il testamento manchi del tutto;

> il testamento è incompleto, nel caso in cui l’intero atto o singole disposizioni siano invalidi o siano resi inefficaci.

Infine, il potere di disporre mortis causa è soggetto ad alcune limitazioni:

> deve essere rispettato il diritto ad una quota di patrimonio riservata ai più stretti congiunti, di cui il testatore non può liberamente disporre;

> deve essere rispetto il principio generale della nullità dei patti successori.