MESSAGGI SU WHATSAPP E REATO DI STALKING

Inviare troppi messaggi su WhatsApp configura il reato di stalking?

I messaggi insistenti sono reato

Una persona continua a mandarti messaggi sul cellulare, ma anche se togli la suoneria, il solo fatto di sapere che ci sono diverse dozzine di messaggi non letti ti causa ansia, cosa fare per difenderti?

La Corte di Cassazione in passato ha sostenuto che i messaggi insistenti sul telefono, anche inviati tramite WhatsApp, possono costituire reato. Nei casi più leggeri si parla del reato di molestie, disciplinato dall’articolo 660 c.p.; quando invece i messaggi diventano tali da creare allarme e ansia nella vittima, fino a farla temere per la propria incolumità e tali da far cambiare le abitudini della vittima, scatta lo stalking, ex art. 612 bis c.p.

Secondo le sentenze della Corte di Cassazione, n. 16215/2006, n. 44855/2012 e n. 28680/2004 il reato scatta solamente per il fatto che il destinatario è costretto a leggere i messaggi con conseguente turbamento della sua tranquillità psicologica.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18449/2005 ha sostenuto che scatta il reato di ingiuria e non di molestia in caso di invio, in rapida sequenza, in ora diurna di due messaggi di contenuto ingiurioso, dato che le modalità della forma di comunicazione e l’ora prescelte non sono idonee a ledere la privata tranquillità, ma l’onore personale.

Affinché si configuri il reato di molestia, è necessario che la vittima non possa sottrarsi all’oppressione dell’estraneo, e di conseguenza non possa fare a meno di vedere o sentire l’arrivo degli sms su WhatsApp.

Dobbiamo precisare che, le sentenze sopra citate sono state emesse tutte con riferimento a fatti in cui la tecnologia non era avanzata come oggi.

Ad oggi invece le cose sono differenti, infatti gli smartphone permettono di bloccare un dato numero, impedendogli di mandarci sms o di telefonarci.

La Corte ha inoltre sostenuto l’esistenza del reato di stalking telefonico. La differenza rispetto al reato di molestie riguarda gli effetti che la condotta lesiva procura nella vittima.

Dott.ssa Benedetta Cacace


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