UN CASO IN CUI L’AVVOCATO NON DEVE ESSERE PAGATO

Compenso avvocato e azione improponibile

La Corte di Cassazione Civile, sez. VI-2, con l’ordinanza n. 21173 del 13 settembre 2017 ha stabilito che se l’azione è improponibile per decadenza, l’avvocato non deve essere pagato se non ha dissuaso il cliente

La vicenda:

La Corte d’Appello aveva accolto l’impugnazione proposta da un cliente contro l’avvocato che aveva ottenuto un decreto ingiuntivo inerente al pagamento di prestazioni di servizi.

La Corte evidenziava che l’avvocato non aveva informato diligentemente la presenza di una causa di decadenza in merito all’azione che il cliente voleva promuovere per recuperare alcuni crediti di lavoro, e successivamente infatti tale decadenza era stata dichiarata dal giudice adito. I giudici di appello avevano sottolineato come nel giudizio di responsabilità, il professionista aveva l’onere di fornire la prova della sua diligente condotta.

Contro tale sentenza, l’avvocato era ricorso in Cassazione.

La decisione della Corte:

La Corte di Cassazione, nel decidere il caso in esame, si rifà ad una precedente pronuncia, la n. 14597 del 2004 che aveva affermato:

“Nell’adempimento dell’incarico professionale conferitogli, l’obbligo di diligenza da osservare ai sensi del combinato disposto di cui agli artt. 1176, secondo comma, e 2236 codice civile impone all’avvocato di assolvere, sia all’atto del conferimento del mandato sia nel corso dello svolgimento del rapporto, ai doveri di sollecitazione, dissuasione ed informazione del cliente, essendo tenuto a rappresentargli tutte le questioni di diritto e di fatto, ostative al raggiungimento del risultato, o comunque produttive del rischio di effetti dannosi; di richiedergli gli elementi necessari o utili in sui possesso; a sconsigliarlo dall’intraprendere o proseguire un giudizio dall’esito probabilmente sfavorevole; a tal fine incombe su di lui l’onere di fornire la prova della condotta mantenuta, insufficiente al riguarda peraltro essendo il rilascio da parte del cliente delle procedure necessarie all’esercizio dello jus postulandi stante la relativa idoneità ad obiettivamente ed univocamente deporre per la compiuta informazione in ordine a tutte le circostanze indispensabili per l’assunzione da parte del cliente di una decisione pienamente consapevole sull’opportunità o meno di iniziare un processo o intervenire in giudizio”.

Dott.ssa Benedetta Cacace

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