DIFFAMAZIONE TELEVISIVA E COMPETENZA TERRITORIALE
Viviamo in un’epoca in cui le parole hanno un peso inimmaginabile, specialmente quando pronunciate attraverso i media. Il potere delle trasmissioni televisive può costruire o distruggere reputazioni in un istante. La recente sentenza della Corte di Cassazione introduce un cambiamento cruciale nella gestione dei casi di diffamazione televisiva, offrendo nuove speranze alle vittime.
Indice
1. Norme di Riferimento
2. Analisi della Sentenza
3. Commento e Rilevanza
4. Esempi Pratici
5. Conclusione
Con la sentenza n. 26919 del 2024, la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha stabilito che, per i reati di diffamazione tramite trasmissioni televisive, la competenza territoriale si determina in base al luogo di residenza della persona offesa. Questo principio, già introdotto dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 150 del 2021, viene così confermato e rafforzato, con significative implicazioni per la protezione delle vittime di diffamazione.
Norme di Riferimento
La normativa principale di riferimento è l’art. 30, comma 5, seconda parte, della legge 6 agosto 1990, n. 223, che viene applicata per stabilire la competenza territoriale nei casi di diffamazione tramite media televisivi.
Analisi della Sentenza
La sentenza n. 26919 del 2024 afferma che
“la competenza territoriale deve essere stabilita applicando l’art. 30, comma 5, seconda parte, legge 6 agosto 1990, n. 223, con riferimento al luogo di residenza della persona offesa, chiunque sia il soggetto chiamato a rispondere del reato”.
Questo ribadisce il diritto delle vittime a essere tutelate nel proprio luogo di residenza, facilitando l’accesso alla giustizia.
Commento e Rilevanza
Questa disposizione è particolarmente rilevante poiché riconosce l’impatto locale delle offese mediatiche nazionali. Le vittime di diffamazione televisiva non devono più affrontare il peso di procedimenti legali lontani, ma possono agire nel proprio contesto territoriale. Questo facilita il percorso legale, riducendo lo stress e i costi associati.
Esempi Pratici
Immaginiamo un noto personaggio pubblico diffamato durante una trasmissione televisiva. Grazie a questa sentenza, egli potrà intentare causa nel proprio comune di residenza, garantendo così un accesso più agevole alla giustizia. Questo principio si applica a chiunque, non solo ai personaggi pubblici, ma anche ai cittadini comuni che possono vedere tutelati i loro diritti con maggior facilità.
Conclusione
La sentenza n. 26919 del 2024 rappresenta un passo avanti nella tutela dei diritti delle vittime di diffamazione. Stabilire la competenza territoriale nel luogo di residenza della persona offesa non solo agevola l’accesso alla giustizia, ma riconosce il peso delle parole e delle loro conseguenze, offrendo un sistema più equo e sensibile.
Nota: L’articolo fornito ha scopo puramente informativo e non costituisce consulenza legale. Si consiglia di consultare un avvocato per una valutazione specifica del proprio caso.
SCARICA IL TESTO DELLA SENTENZA
https://www.cortedicassazione.it/resources/cms/documents/26919_07_2024_pen_noindex.pdf