ARRIVA L’APP PER GENITORI SEPARATI O DIVORZIATI CHE AIUTA A GESTIRE I FIGLI
La tecnologia al servizio della famiglia: arriva l’app per genitori separati o divorziati che li aiuta a gestire i figli
Una rivoluzionaria sentenza del Tribunale di Modena, la n. 2259/2017 pubblicata il 28/12/2017, per la prima volta ha omologato il divorzio consensuale di una coppia che ha scelto di aderire al progetto Anthea.
Si tratta di un’applicazione, creata dall’avv. Giovanni Casale, che aiuta i genitori separati o divorziati a gestire i figli ed evitare i possibili conflitti sul tema.
I coniugi in regime di separazione o gli ex coniugi possono comunicare tramite un’app, che consente di tenere traccia delle conversazioni ai fini probatori.
Invero, secondo la sentenza,
“le comunicazioni intercorse potranno essere oggetto di produzione documentale rappresentando prova ineluttabile ed incontestabile dalle parti, così come adeguatamente loro edotto in sede di adesione al progetto stesso. Il mancato uso dell’applicazione non potrà essere oggetto di giustificazione alcuna e potrà essere liberamente valutato dal magistrato in caso di decisioni che derivino da atti e procedimenti attivati a seguito di insorta conflittualità tra i genitori successivamente”.
In questo caso, lo scopo dello strumento informatico, è, in primo luogo, la tutela degli interessi dei minori. Va ricordato, infatti, che in sede di separazione, scioglimento, cessazione degli effetti civili, annullamento, nullità del matrimonio o nei procedimenti relativi ai figli nati fuori del matrimonio,
“il giudice adotta i provvedimenti relativi alla prole con esclusivo riferimento all’interesse morale e materiale di essa” (art. 337 ter c.c.).
In secondo luogo, una simile app può consentire ai coniugi di mantenere un rapporto sano e costruttivo, con benefici per i figli e per loro stessi.
I ruoli dell’assistente sociale e del magistrato
L’applicazione ha “anche uno scopo educativo verso la coppia in conflitto”. Infatti, ogni operazione avviene a distanza e può essere monitorata dall’operatore sociale e, se necessario, dal magistrato, previa autorizzazione delle parti.
“Una sorta di cruscotto attraverso il quale in tempo reale potranno osservare l’andamento della conflittualità della coppia la quale, attraverso un uso consapevole dell’applicazione, svolgeranno la loro interazione che sarà tracciata ed a disposizione delle parti anche come prova in ambito giudiziale” (fonte www.progetto-anthea.com/).
I genitori potranno, inoltre, contattare l’assistente sociale e chiedergli consigli, appuntamenti e fornire comunicazioni utili alla miglior gestione dei minori.