A chi spetta fido in caso di separazione?

È il giudice che decide secondo il suo buon senso a chi affidare l’animale d’affezione in caso di separazione dei suoi proprietari.

Cosa succede agli animali domestici se due persone decidono di separarsi?

Come per i figli, dovrebbe trovarsi un accordo valido anche in riferimento al cane o al gatto, con l’obbiettivo di farlo soffrire il meno possibile a cause del distacco da uno dei due conviventi/coniugi. L’ansia da separazione è proprio uno dei più frequenti problemi comportamentali, sia nel cane che nel gatto; recenti studi scientifici hanno evidenziato come latrati e altri comportamenti distruttivi, in realtà non siano altro che uno stato ansioso sofferto dall’animale al momento del distacco dal proprio padrone.

Fortunatamente nel nostro ordinamento gli animali domestici hanno smesso di essere considerati come delle “cose”, stante proprio il reato di maltrattamento di animali, previsto dall’articolo 544-ter del codice penale, che punisce “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche” con la reclusione da 3 a 18 mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.

Sono i giudici a dover decidere in caso di separazione o divorzio, su assegnazioni e alimenti da versare, riguardo agli animali domestici della coppia. Proprio nel 2007 la Cassazione è stata chiara stabilendo che un’animale non è questione di proprietà, non è un oggetto equiparabile ad una macchina. La Corte ha riconosciuto l’affezione che l’animale ha generato nelle persone. In Italia mancando una normativa adeguata, i giudici hanno sempre deciso secondo il buon senso o hanno seguito precedenti decisioni di altri giudici, visto che una proposta di legge per riempire il vuoto normativo è ferma dal 2013 in Parlamento. La proposta stabilisce che “in caso di separazione dei coniugi proprietari di un animale di affezione, il tribunale, in mancanza di un accordo tra le parti attribuisce l’affido esclusivo o condiviso dell’animale alla parte in grado di garantirne il maggior benessere”.

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