SECONDO LA CORTE DI CASSAZIONE A CARNEVALE NON E’ VERO CHE OGNI SCHERZO VALE

Anche un gesto dalle finalità innocue può finire in tribunale

Il detto dice che a Carnevale ogni scherzo vale, e molti di noi si fanno prendere dallo spirito goliardico che contraddistingue questa festa, con la conseguenza che è molto facile rimanere vittima di uno scherzo o decidere di fare un simpatico dispetto ad un amico.

Attenzione però, per il diritto anche un gesto con finalità innocue può finire innanzi al tribunale, sconfinando in responsabilità civile o anche penale.

Tra gli scherzi più diffusi ci sono senza ombra di dubbio quelli telefonici, che il più delle volte vengono posti in essere per farsi quattro risate tra amici, prendendo di mira i punti deboli della malcapitata vittima. Pur essendo all’apparenza innocua, anche tale abitudine può trasformarsi in un guaio serio per il suo ideatore.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25772/2014 ha confermato la condanna per il reato di minaccia in capo all’imputato, minorenne, colpevole di aver chiamato a casa del suo migliore amico in piena notte e, dopo essersi spacciato per un componente di una setta satanica, lo ha spaventato dicendogli: “Morirai entro sette giorni”.

Nell’era dei social network, uno scherzo molto diffuso è quello di impossessarci del profilo Facebook, Twitter o Instagram di un amico e scrivere post per conto suo, o quello di creare un profilo ad hoc con tanto di foro e nickname dell’inconsapevole vittima.

Spedire una lettera anonima è un ulteriore dei mille modi per fare uno scherzo a un rivale in amore. Ma attenzione a non inserire qualche sgradita sorpresa perché potrebbe costare caro.

È quanto accaduto ad una donna che, dopo aver inviato una serie di lettere anonime ad un’altra donna che non le stava molto simpatica, aveva deciso di spingersi oltre e inviarle al suo domicilio un’originale missuva con dentro uno scorpione morto. Uno scherzo che da solo, è il quadro di molte risate, ma che nel caso in esame è costato alla donna una condanna per il reato di molestie corredata dal pagamento di una multa di 400 euro.

Giovedì grasso e martedì grasso bisogna fare attenzione anche alle smorfie, perché fare la linguaccia può diventare reato.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 48306/2009 ha condannato un agricoltore per il reato di ingiuria oltre al risarcimento dei danni per essere entrato nel campo del vicino e avergli fatto una linguaccia pensando di farla franca.

La parte offesa, non facendosi cogliere di sprovvista, aveva prontamente fotografato la scienza e lo aveva denunciato innanzi al giudice di pace. I giudici lo hanno condannato ex art. 594 c.p. sulla base dell’esauriente documentazione fotografica prodotta dalla vittima.

Dott. Benedetta Cacace


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