LA GIUSTIZIA SOTTO L’ALBERO DI NATALE

Una carrellata di pronunce dei Tribunali italiani su temi “natalizi”

Dalla condanna penale per chi si dimentica il bambino in auto mentre fa shopping natalizio, al danno da vacanza rovinata per il ritardo della compagnia aerea che, tuttavia, non copre il risarcimento per la messa perduta, al tradizionale lancio dei piatti a Capodanno; sono molte le vicende legate alle festività, analizzate durante gli anni dalla giurisprudenza del nostro Paese.

Corsa folle agli ultimi regali di Natale…ma se si lascia il figlio in macchina?

È costata molto cara la folle corsa agli ultimi regali di Natale ad una signora Milanese, per aver lasciato sua figlia di pochi anni in macchina per andare a fare shopping. Alla donna è stata inflitta una condanna per il reato di abbandono di minore. Decisivo per la Corte di Cassazione, (sent. n. 42254 del 2014), il periodo di tempo non trascurabile, in cui la bimba era rimasta chiusa all’interno dell’auto, in una situazione di pericolo data da tenera età, l’orario serale e le rigide temperature.

Le forze dell’ordine avevano trovato la bambina in preda ad una crisi di pianto.

A nulla sono valse le scuse accampate dalla madre, che sosteneva di aver lasciato la figlia in auto al fine di punirla per non averle obbedito nel seguirla nello shopping.

Giocare a carte a Natale…attenti si rischia l’addebito della separazione

Quanto è bello giocare a carte durante le feste, con amici e parenti, ma attenzione a non esagerare, perché se il gioco diventa un vizio, può comportare anche il rischio di vedersi addebitata la separazione dal coniuge. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5395 del 2014, ha affrontato il caso di un uomo che era dedito al gioco e spendeva molti soldi, sottraendoli alla sua famiglia.

I giudici hanno sottolineato che anche il gioco d’azzardo, ripetuto ed eccessivo, viola gravemente gli obblighi matrimoniali, fino a rendere la convivenza intollerabile e a far scaturire separazione ed addebito.

È reato dire che non si meritano i regali di Babbo Natale e della Befana?

Chi non si comporta bene durante tutto l’anno si merita solo il carbone. È una cosa nota a tutti, ma se viene affermata pubblicamente e per iscritto può costare addirittura una condanna penale.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 42653 del 2010, ha condannato un signore per aver offeso la reputazione di una persona, in quanto gli aveva rammentato, affiggendo un cartello sulla bacheca sindacale dell’azienda presso la quale lavorava, che “non esiste alcun Babbo Natale o Befana che concedano regali a personaggi come lei”.

Secondo i giudici di Cassazione, nell’affisso vi era una chiara volontà di esporre a ridicolo la vittima in un ambiente frequentato quotidianamente.

Nessun risarcimento per la perdita della messa di Natale

Il detto parla chiaro: “Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi”. Ma non è semplicemente un detto, ma è un vero e proprio diritto, infatti se ci viene impedito di trascorrere le festività con i nostri cari, si ha diritto ad un risarcimento. Tuttavia, nessun ristoro se oltre al cenone si perde anche la messa di Natale.

Ciò è quanto ha stabilito il Giudice di Pace di Cagliari, con la pronuncia n. 571 del 2012, che ha condannato la compagnia aerea a risarcire i danni ad un passeggero per non avergli permesso di passare il Natale con la sua famiglia. L’uomo è stato risarcito anche per aver dovuto acquistare due tristi panini in aeroporto, al posto del cenone.

Attenti all’albero di Natale….

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21398 del 2014 ha ribadito la responsabilità per custodia in una vicenda relativa al danno da schiacciamento cagionato ad un ragazzo, dalla base di cemento di un albero di natale allestito da un Comune durante le festività, e poi rimosso e abbandonato all’interno di un’area recintata.

I giudici, dando ragione ai genitori del ragazzino, hanno ritenuto che la responsabilità dell’amministrazione custode, non potesse essere esclusa dal mero animus derelinquendi, né dalla circostanza che la cosa in sé non fosse pericolosa.

Non sempre porta fortuna rompere i piatti a Capodanno!

La risalente tradizione di rompere i piatti e i bicchieri la notte di Capodanno è finita sotto la lente della Corte di Cassazione.

Il caso ha per protagonista un avventore di un ristorante che alcuni anni fa fu colpito da una scheggia di un piatto mentre era in corso tra i commensali la tradizionale pratica distruttiva.

Secondo i giudici della Corte di Cassazione, (sent. n. 2313/2003), la proprietaria non poteva considerarsi responsabile delle lesioni riportate dall’avventore per il solo fatto di aver posto piatti vuoti sui tavoli, che avevano dato luogo all’evento imprevedibile.

Dott.ssa Benedetta Cacace


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