GLI IMMIGRATI ED IL RISPETTO DEI NOSTRI VALORI

La Corte di Cassazione penale, sez. I, con la sentenza n. 24084 del 15 maggio 2017 ha dichiarato che i migranti devono conformarsi ai nostri valori

In una società multietnica, la convivenza tra soggetti appartenenti a gruppi diversi richiede l’identificazione di un nucleo comune in cui immigrati e società di accoglienza si debbono riconoscere. In base all’articolo 2 della Carta Costituzionale, l’integrazione non impone l’abbondono della propria cultura di origine, ma il limite invalicabile è rappresentato dal rispetto dei diritti umani e della civiltà giuridica della società ospitante.

Il soggetto immigrato che decide di stabilirai in una società in cui è consapevole che i valori di riferimenti sono diversi da quelli da cui proviene, ne impone il rispetto. Non può tollerarsi che l’attaccamento ai propri valori, anche se leciti secondo le leggi vigenti nel paese di provenienza, porti alla violazione di quelli della società ospitante.

Ciò è quanto stabilito dalla sentenza n. 24084 del 15 maggio 2017 della Corte di Cassazione penale, sezione I, con la quale ha rigettato il ricorso di un indiano Sikh, condannato al pagamento dell’ammenda di 2mila euro per aver, portato al di fuori della sua abitazione, e senza alcun motivo giustificante, un coltello di quasi 20 centimetri, considerato pertanto idoneo all’offesa.

Al fine di essere giustificato l’indiano aveva sostenuto che il coltello doveva essere considerato un simbolo religioso e il portarselo appresso rappresentava l’adempimento del relativo dovere.

I giudici della Corte di Cassazione, nel rigettare il ricorso, sottolineano come la decisione dell’immigrato di stabilirsi in una società dove i valori di riferimento sono differenti rispetto a quella di provenienza, ne impone il rispetto e non è possibile tollerare che l’attaccamento ai propri valori, anche se leciti nel proprio paese di origine, conduca alla violazione consapevole di quelli della società ospitante.

I giudici hanno altresì richiamato l’articolo 9 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, il quale stabilisce che la libertà di manifestare la propria religione può essere oggetto di restrizioni, stabilite per legge, che costituiscono misure necessarie in una società democratica, per la protezione dell’ordine pubblico.

Dott.ssa Benedetta Cacace